
La legge obbliga tutti noi adulti a tutelare i minori, ognuno nel suo ruolo.
Il compito è prevalentemente dei genitori, ma quando le famiglie sono fragili, il compito di tutelare i minori diventa delle istituzioni. In questi casi, è proprio il Sindaco ad essere incaricato della tutela sui minori da parte delle Autorità Giudiziarie (tribunali e procure, sia ordinari che per i minorenni, che operano con decreti specifici per ciascun minore).
Che cosa vuol dire “tutelare un minore”, per l’istituzione Comune?
Vuol dire assicurargli buone opportunità di crescita e di formazione, scolastica ed extrascolastica, come se fosse il genitore.
Vuol dire vigilare sulla sua salute, e che non gli accada niente di male, proprio come farebbe un genitore. Proteggerlo dalle situazioni di rischio.
Vuol dire accudirlo, accoglierlo, ascoltarlo. Vuol dire aiutare la sua famiglia a compiere il ruolo genitoriale. Se serve e non ci sono altre strade, assicurargli una famiglia diversa dalla sua di origine, nella quale crescere bene e rinforzarsi.
Come esegue, CONCRETAMENTE, questo mandato istituzionale il Sindaco?
1) individua un assessore e un dirigente competenti, capaci di mettere testa e cuore sul’argomento; evita la continua alternanza di queste due figure, che le rende ulteriormente inefficaci
2) utilizza parte delle risorse economiche della cittadinanza, per attivare interventi e servizi mirati.
Ecco un elenco dei principali servizi/interventi, attraverso cui un comune esegue i decreti delle autorità e tutela i suoi minori:
– un numero sufficiente di operatori del servizio sociale (assistenti sociali, psicologi, educatori, pedagogisti) dedicati specificamente all’argomento “tutela dei minori”, con formazione specifica e ben selezionati rispetto alla delicatezza del ruolo
– un servizio educativo territoriale, (educatori e psicologi), per il supporto educativo presso le famiglie che hanno difficoltà a svolgere da sole il proprio ruolo genitoriale
– un’équipe professionale specifica per l’adozione e l’affido, in tutte le sue forme, compresa quella diurna o occasionale o d’appoggio: serve a selezionare le famiglie che accolgono, a prepararle, a sostenerle nel percorso
– uno “spazio neutro” per gli incontri protetti, talvolta necessari e previsti nei procedimenti di minori sotto tutela
– un servizio di mediazione familiare, per aiutare i genitori in conflitto a non far ricadere le tensioni sui bambini
– un congruo numero di posti in un asilo nido, e fra questi, un congruo numero di posti con tariffa agevolata: anche i figli dei poveri hanno bisogno e diritto di iniziare presto ad apprendere e a socializzare
– un centro per i bambini, gratuito ai frequentatori, nel quale anche i bambini più fragili possono giocare, socializzare, fare i compiti, con l’aiuto di personale specializzato
– un centro per i ragazzi e i giovani, gratuito ai frequentatori, con la stessa finalità, ma dedicati alle esigenze di questa diversa età.
Al Comune di Quartu tutto questo manca, e noi non vogliamo che passi altro tempo.
Perciò CHIEDIAMO ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
1) di inserire nel Documento Unico di programmazione e nel bilancio 2020-2022 le RISORSE NECESSARIE PER TUTTI QUESTI SERVIZI: un programma chiaro anche alla lettura da parte di noi cittadini, con gli stanziamenti indicati per singolo servizio
2) di impegnarsi, nel corso del triennio, a non ridurre le risorse destinate a questi servizi
3) di vigilare sull’operato del Dirigente del Settore Servizi Socio-assistenziali, affinchè porti a concreta e tempestiva attivazione i servizi per la tutela dei minori.
E’ un fatto di civiltà, e noi vogliamo smettere di vergognarci.