Quando Seneca, 2000 anni fa diceva “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” è molto probabile che avesse in mente la Quartu dei giorni nostri.
Mentre apprendiamo dalla stampa che il nuovo bando per la gestione della sosta a Quartu sarebbe in dirittura d’arrivo ne approfittiamo per fare qualche piccola riflessione in merito alla gestione dei trasporti e della mobilità nella terza città della Sardegna.
I trasporti costituiscono uno dei fattori essenziali per lo sviluppo ed il benessere economico, sia a livello globale che locale ma siccome hanno un impatto ambientale non trascurabile si dovrebbero pianificare, sul medio e lungo periodo, le azioni necessarie a migliorarne la sostenibilità e favorire al meglio la possibilità delle persone di spostarsi nel territorio. Una errata o assente pianificazione oltre a causare maggiore inquinamento è fonte di inefficienze pagate sia dai singoli cittadini che dalla comunità.
In ambito comunale, un’amministrazione che vuol fare correttamente il suo dovere dovrebbe prima di tutto realizzare un Piano Urbano della Mobilità, i cui principi troveranno applicazione nel Piano Urbano del Traffico che verrà poi operativamente posto in essere dal Programma Urbano dei Parcheggi. A Quartu esiste solo quest’ultimo che prende il nome di “Piano della sosta” che è una mera elencazione delle vie interessate con il rispettivo numero di stalli. Nessun obiettivo strategico si evince da quanto pubblicato.
La legge impone una serie di obblighi che elenchiamo di seguito.
Il Piano Urbano della Mobilità (P.U.M.) è stato istituito dalla legge n. 340 del 24 novembre 2000 “Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi – Legge di semplificazione 1999“, “al fine di soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurare l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’automobile privata e la moderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto, l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane” (art. 22, comma 1).
Il Piano Urbano del Traffico (P.U.T.) è stato istituito dal decreto legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 “Nuovo codice della strada“, che all’art. 36 dispone: Ai Comuni, con popolazione residente superiore a trentamila abitanti, è fatto obbligo dell’adozione del piano urbano del traffico. I piani di traffico sono finalizzati ad ottenere il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione degli inquinamenti acustico ed atmosferico ed il risparmio energetico, in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasporto e nel rispetto dei valori ambientali, stabilendo le priorità e i tempi di attuazione degli interventi. Il piano urbano del traffico prevede il ricorso ad adeguati sistemi tecnologici, su base informatica di regolamentazione e controllo del traffico, nonché di verifica del rallentamento della velocità e di dissuasione della sosta, al fine anche di consentire modifiche ai flussi della circolazione stradale che si rendano necessarie in relazione agli obiettivi da perseguire. Il piano urbano del traffico viene aggiornato ogni due anni.
Il Programma Urbano dei Parcheggi (P.U.P.) è stato istituito dalla legge n. 122 del 24 marzo 1989 “Disposizioni in materia di parcheggi, programma triennale per le aree urbane maggiormente popolate, nonché modificazioni di alcune norme del testo unico sulla disciplina della circolazione stradale, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, n. 393“. Tale legge, al comma 1 dell’art.3, afferma che i Comuni “sulla base di una preventiva valutazione del fabbisogno e tenendo conto del piano urbano del traffico (quale? dove si trova?) sono tenuti alla realizzazione del programma urbano dei parcheggi. Tale programma deve tra l’altro indicare le localizzazioni ed i dimensionamenti, le priorità di intervento ed i tempi di attuazione, privilegiando le realizzazioni volte a favorire il decongestionamento dei centri urbani mediante la creazione di parcheggi finalizzati all’interscambio con sistemi di trasporto collettivo e dotati anche di aree attrezzate per veicoli a due ruote, nonché le disposizioni necessarie per la regolamentazione della circolazione e dello stazionamento dei veicoli nelle aree urbane”.
Tornando a noi, quando a Quartu durante la giunta Contini vennero istituite le strisce blu a pagamento e le strisce gialle per i residenti, non c’era nessun piano che non fosse la mera elencazione degli stalli sistemati nelle varie vie e piazze cittadine. Allora venne fatta una concessione, con tutti i contro che questa comporta, uno tra tutti la proprietà delle colonnine per il pagamento su cui ancora si litiga tra società e Amministrazione Comunale. Ci siamo illusi che con il tempo (ed il cambio della giunta) tutta la pianificazione relativa alla mobilità sarebbe venuta fuori e che ci sarebbe stata una riflessione sulla migliore forma contrattuale, ma nulla, si persevera nell’errore. Nessun piano strategico e forma contrattuale immutata. Possibile che in via Porcu manchi la mentalità progettuale e che si facciano le cose senza un piano o una strategia alle spalle? Ma soprattutto, è possibile che la scena sia la stessa anche cambiando gli attori?